I temi di attualità ambientale in Europa.
In Olanda, il Gerechtshof Den Haag (la Corte d'appello dell'Aja) ha emanato un importante provvedimento giudiziario in materia di enforcement delle misure di contrasto al surriscaldamento globale e al cambiamento climatico. Il giudice d'appello olandese ha confermato la decisione di primo grado secondo cui lo Stato olandese non è stato sufficientemente solerte nell'implementare gli accordi internazionali al fine di ridurre le emissioni al 30%, nonché abbassando la quota obiettivo al 20% (seppure in linea con i requisiti minimi della direttiva 2009/29/CE, Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009 , che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra). Tra i molti aspetti rilevanti di questa decisione vi sono: a) una ricostruzione della normativa internazionale e dell'Unione Europea in materia, b) l'implementazione del principio di responsabilità dei singoli stati nell'adempimento di tali accordi e c) il relativo approccio bottom-up. La causa è stata promossa da una ONG olandese, Urgenda, e da 886 co-ricorrenti sulla base del fatto che lo Stato ha agito illegalmente non sollecitando maggiori progressi. Tale condotta non è considerabile “corretta” sotto un profilo “sociale” ed è contraria agli obblighi di diligenza derivanti dagli articoli 2 (diritto alla vita) e 8 (diritto alla vita familiare) contenuti nella CEDU. Accogliendo siffatta domanda, la Corte d'appello dell'Aja ha ordinato allo Stato di ridurre le proprie emissioni di almeno il 25% entro la fine del 2020 (con riferimento alle emissioni del 1990). Tale decisione contiene anche un importante profilo relativo al rapporto tra corti nazionali e corti sovranazionali, in questo caso la Corte europea dei diritti umani. Infatti, i giudici di merito olandesi hanno rilevato illegittimità, ma non hanno accolto le richieste relative agli articoli 2 e 8 - apparentemente facendo affidamento sull'art.34 (diritto di accesso alla Corte europea dei diritti dell'uomo). Come sottolinea la Corte d'appello, l'articolo 34 della CEDU è irrilevante in questo caso, in quanto il fatto che esso non attribuisca alcun diritto di fare affidamento sugli articoli nei tribunali nazionali, non significa che detti tribunali nazionali non possano decidere in merito a tali controversie. Inoltre, nelle proprie difese, lo Stato aveva contestato la posizione di Urgenda dinanzi ai tribunali olandesi, non rispetto ai cittadini esistenti, ma nella misura in cui Urgenda rappresentava le generazioni future. La Corte ha respinto tale difesa applicando gli articoli del Codice civile olandese riguardante azioni collettive che possono comportare non solo interessi finanziari ma anche quelli ideali. La Corte d'appello dell'Aja ha motivato la violazione degli artt. 2 e 8 CEDU sulla base del precedente Oneryildiz della Corte di Strasburgo, per cui è opportuno parlare di una reale minaccia di pericolosi cambiamenti climatici, con il conseguente grave rischio che l'attuale generazione di cittadini si troverà ad affrontare perdite di vite umane e/o ripercussioni sulla vita familiare. Si tratta, secondo i giudici dell'Aja di un pericolo dal quale lo stato olandese ha il dovere di difendere i propri cittadini.
01-11-2018 20:16
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